Astutillo Smeriglia su Border Radio

Scritto da on 14/05/2020

L’intervista di Border Radio ad Astutillo Smeriglia, autore e sceneggiatore di cortometraggi animati e uno dei più brillanti blogger italiani. A cura di Daniele Tosetto.


Sorvolo su nome (che immagino tu non voglia rivelare) e città di provenienza (che immagino sia Bologna), e parto con il chiederti l’età.
Diciamo che ho quell’età in cui ci si comincia a vergognare di dichiararla.
Comunque io, dentro, mi sono sempre sentito un settantenne.

Giusto per avere qualche coordinata, Il tuo lavoro comincia con le animazioni? Disegni da sempre?
In realtà ho una formazione scientifica, mi sono laureato in astronomia.
Alle animazioni sono arrivato un po’ per volta. Prima mi sono appassionato al cinema, poi ho capito che per realizzare le mie storielle in modo autonomo, economico e visivamente accettabile, l’unico modo era l’animazione. Senza l’animazione mi servirebbe una produzione, una troupe e soprattutto tanti soldi, tutte cose che non è facile avere e che, anche avendole, non sono facili da gestire. Invece per fare un video animato mi servono solo un computer, una tavoletta grafica e un Guglielmo Favilla e un Fabrizio Odetto che lo interpretino. Favilla e Odetto sono due attori straordinari, con le loro voci sopperiscono ai limiti delle mie animazioni. Infatti è più la loro voce ad animare i disegni, che l’animazione in sé.

La tua attività è autodidatta oppure è il risultato di una formazione?
Sono autodidatta, ma devo dire che mentre la scrittura mi appassiona e mi riesce abbastanza facilmente, il disegno è davvero una penitenza. Non per niente ho impiegato tre giorni a scrivere Preti e circa un anno e mezzo a disegnarlo. Faccio le animazioni proprio perché devo e tendenzialmente le faccio solo per me stesso. Solo una volta ho fatto delle animazioni su commissione, per il film “La scuola più bella del mondo” di Luca Miniero. Credo di avere pianto sangue, ma alla fine è stato divertente vedere i miei disegni che emettevano la voce di Rocco Papaleo. Come dice il titolo di quel libro, una cosa divertente che non farò mai più.

Parliamo di Preti. Preti è davvero bellissimo, lo trovo incisivo, sarcastico e ficcante: riesce a fare moltissime domande che credo ci siamo fatti in molti. Mi sono chiesto: hai avuto esperienza di scout/chierichetto/vicinanza alla chiesa? E se no, da cosa nascono questi interrogativi sulla religione?
Ti ringrazio per i complimenti. Da adolescente ero cattolico, andavo a messa, frequentavo la parrocchia, facevo il chierichetto, eccetera. Ero molto meticoloso. Per esempio credevo che Dio esistesse veramente, non per modo di dire. Piano piano, però, l’esistenza di questa entità infinitamente buona che ha creato un mondo dove succedono cose così terribili mi è sembrata sempre più improbabile. Mi ricordo che un giorno sono andato a confessarmi e ho detto al prete che ormai non potevo più impedirmi di essere ateo. Lui mi ha assolto, quindi ora penso che dovrei essere a posto.

Le risposte che dà il prete “senior” sono spiazzanti e per quello esilaranti. Sono risposte che hai avuto davvero o te le sei inventate immaginando una situazione assurda?
C’è almeno una risposta che mi è stata data veramente: quando lo stagista fa notare che se lui e il parroco fossero nati in Tibet ora sarebbero buddisti, in Egitto musulmani, eccetera, e il parroco gli risponde “beh, siamo stati fortunati”. Ecco, questa è la risposta che mi ha dato veramente una mia amica cattolica dei tempi dell’università. Effettivamente è una bella risposta. Ora che ci penso, forse il prete anziano è un po’ lei, almeno per ciò che riguarda questo lato cinico che non ti aspetti in un credente.

Il resto della tua produzione. Ho visto “Orecchie”, film per cui hai scritto il soggetto: il mio parere è che sia molto riuscito. Ha dei riferimenti autobiografici?
Alcuni. Per esempio l’idea di partenza della storia nasce da una mia esperienza con i medici, un’esperienza che penso sia capitata anche ad altri, cioè quando vai da un medico con un certo disturbo e questo ti fa una diagnosi e ti spedisce da un altro medico, che sconfessa completamente il medico precedente e ti manda da un terzo medico, che sconfessa completamente il secondo e così via, finché alla fine non ritorni dal medico di partenza con lo stesso identico disturbo e molti soldi in meno. Capita a tutti, giusto? Nella realtà era un mal di pancia, nel soggetto l’ho fatto diventare un più nobile fischio alle orecchie. AL tempo ci avevo
scritto anche un post sul mio blog, si chiamava “Il circolo medico“.
Anche la scena iniziale con le suore che importunano il protagonista sul pianerottolo mi è capitata veramente, non con due suore ma con due testimoni di Geova, anche se poi io non li ho fatti entrare in casa, non sono pazzo, ma li ho liquidati con 50 euro.
E anche la scena surreale al fast food con il commesso che si comporta da automa è autobiografica, mi è successa secoli fa quando ancora non avevo capito che i fast food sono luoghi di perdizione e abbrutimento morale.
Anche su questi aneddoti avevo scritto a suo tempo dei post: “Tutti i testimoni di Geova vengono per nuocere” e “L’ingranaggio

Non riesco invece a trovare The Colleagues (citato in una recensione di Fan Page.it), è ancora reperibile? Oltre a quello, hai fatto anche altre produzioni filmografiche?
Al momento ho oscurato The Colleagues, perché preferisco avere sul mio canale YouTube solo animazioni, mentre The Colleagues è una serie di brevissimi video recitati dal vero. Si tratta più che altro di uno scherzo, un rimontaggio di lunghi e noiosi video didattici per imparare l’inglese che uscivano in edicola con non so più per quale giornale. Io lavoravo al montaggio di quei video e ogni tanto, per ridere insieme agli altri, preparavo questi rimontaggi usando i take scartati o i momenti prima del ciak, in cui gli attori stanno in silenzio a fissare il vuoto. Il risultato è abbastanza surreale, ma penso che lo scherzo possa essere apprezzato pienamente solo da chi ha dovuto lavorare a quei video e non li sopportava più.

Politica. Nelle strisce che pubblichi, ti scagli di brutto contro il M5S. Immaginiamo che si vada alle elezioni. Cosa speri per il futuro?
Ah che bella domanda! Grazie.
Diciamo che su questo punto mi reputo una persona abbastanza semplice: io vorrei che nel prossimo Parlamento non ci fossero complottisti, populisti e xenofobi, o comunque che fossero in netta minoranza. In poche parole vorrei un Parlamento che non fosse la fotocopia di un talk show trash. Sembra una richiesta minima, vero? Come dire “domani il mio obiettivo è farmi la doccia”. Invece sappiamo benissimo che il prossimo Parlamento sarà esattamente l’opposto.

Un po’ per farmi i cazzi tuoi: quali sono i tuoi riferimenti in campo artistico/musicale: fumettisti, registi, oratori in genere, musicisti (vedo che la colonna sonora di Preti e dei Nanowar of Steel…TOP!)
Per ciò che riguarda i fumetti sono abbastanza ignorante. Ogni tanto ho provato a sfogliarne qualcuno, ma non mi appassionano, non so perché. Mi piacciono invece le animazioni, in particolare (sarò banale, lo so) i Simpson e Family Guy. Mi sono proprio formato guardando per anni le puntate di queste due serie.
Un’altra persona che mi ha educato è Woody Allen. Tanti suoi film sono una perfetta sintesi di ironia, dramma e poesia, e anche nei film meno riusciti c’è sempre qualcosa da apprezzare. Io lo considero una specie di Shakespeare del cinema.
L’idea che lui non sappia quanto gli voglio bene è quasi insopportabile. Negli ultimi anni ho iniziato a seguire anche alcuni comici televisivi come Trevor Noah, Bill Maher e Stephen Colbert. Non so più chi, ma qualcuno ha detto che i comici di oggi, quelli anglofoni perlomeno, sono i filosofi greci dei nostri giorni. Sono d’accordo.
Infine la musica, la grande passione e delusione della mia vita. Passione perché è la mia forma d’arte preferita, delusione perché sono assolutamente negato. Qui i miei grandi amori sono Bach, Beethoven e Schubert. Ci sono tanti altri compositori che mi piacciono, ovviamente, ma penso che questi tre contengano in qualche modo anche tutto il resto, compresi Schönberg e Katy Perry.
Ah, concordo col tuo commento: Nanowar of Steel… TOP!

Cosa fai oltre a fare animazioni: bevi, fumi, esci, vai concerti, suoni, fai sport, ti droghi….cose così…
Fondamentalmente sto in casa a scrivere e disegnare, esco solo per fare la spesa o andare a correre. Da quando c’è l’epidemia la mia vita non è cambiata molto, l’unica differenza è che faccio la spesa online e corro in casa. Una casa di 65 metri quadrati. In due. Corriamo.

Progetti per il futuro? (nuovi lavori/pubblicazioni, ecc..)
Sto lavorando a un libro. Non so esattamente cosa io possa dire a riguardo, visto che non ho voglia di rileggere il contratto, comunque penso di poter dire che è un libro di fumetti, cioè esattamente l’ultima cosa che mi sarei mai immaginato di fare. Diciamo la penultima, va’; l’ultima è comporre una sinfonia.

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Twitter/Instagram: @a_smeriglia

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